Atropus non era ancora appagato: le migliaia di persone che aveva ucciso non l’avevano saziato; doveva avere ancora di più, una fortezza più grande, immensa e sapeva dove andare: a Tarcon.

Atropus e le sue 10 mila persone ipnotizzate stavano avanzando, congelate dal freddo, sentivano un desiderio di grandezza, un dominio immenso che non avrebbe mai avuto fine.

Atropus il senza nome era un uomo altissimo e magro, vestiva sempre in camicia bianca con sopra una giacca e dei jeans entrambi neri ma questa volta si era messo un armatura nera; con questo vestiario incuteva molto terrore. Non aveva un nome e lo avevano soprannominato il senza nome.

Comunque ritorniamo alla storia… la vide grandissima imponente: la città di Tarcon la più bella fortezza delle terre circostanti. Come generale della repubblica aniridiana c’era Barod… era un aniride, cioè un mezz’uomo, grosso e imponente e si diceva che fosse il più forte.

Atropus vide Barod con un ascia molto minacciosa, ce però al signore delle ipnosi faceva ridere.

Le truppe di Tarcon videro una macchia nera avvicinarsi verso, dove passavano si infuocava tutto, la fortezza e pensarono di avvisare Barod che si stava esercitando nell’arte della guerra.

L’aniridiano richiamò le sue migliaia di truppe che si prepararono per la battaglia e carico le catapulte, balestre pronte a fare fuoco.

Atropus intanto aveva visto che le truppe avversarie erano pronte e decise di far avanzare le truppe. Nel frattempo Barod stava la fuori uscita del nemico e quando vide le truppe gridò: ASRDUMBALE… la battaglia era iniziata.

Schizzava sangue dappertutto, c’erano morti su morti, così tanti che non si riuscivano a contare.

Nel giro di poche ore i due eserciti vennero decimati e si ritrovarono faccia a faccia i due capi.

Barod prese la sua ascia di nitrill lucentissimo e inizio a sferrare il primo colpo contro Atropus che fermò con la forza del pensiero ma l’aniride non si arrese e iniziò ad attaccare molto più velocemente per stancarlo, ma Atropus resisteva.

Fu poi il turno di Atropus che con la sua forza del pensiero inizi a spostare il bastone che si trasformò in una spada e Barod si mise dietro il suo scudo.

Atropus aveva richiamato una nube rossa fuoco proveniente dalla montagna del sugo e adesso si stava avvicinando sempre di più alla città. La nube scaglio una raffica di fulmini che andarono a colpire Tarcon.

Adesso usciva il fumo dalle orecchie di Barod che nella fretta di colpire il nemico si era dimenticando la calma.

Il signore dell’ipnosi approfittò del momento respingendolo e con un colpo secco li tagliò un braccio. In quel istante Barod corse all’indietro e gridò: TAMARRO e si chiuse tutta la città in una bolla che Atropus provò a rompere ma non ce la fece.

Allora disse: QUESTA VOLTA TI SEI SALVATO MA BADA BENE ALLE MIE PAROLE E’ APPENA INIZIATA UNA NUOVA ERA -LA GUERRA DEI SIGNORI- e poi con un lampo sparì.